RECUPERO E RISTRUTTURAZIONE DEL COMPLESSO “EX FILANDA MERONI”, SONCINO
2002

soggetto promotore
COMUNE DI SONCINO

attività svolte
PROGETTO PRELIMINARE

gruppo di lavoro
archh CLAUDIO e CARLO CASTIGLIONI, CLAUDIO NARDI con FABIO BEZZECCHI

slp 2400 mq

Nel sottosuolo scorre l’antica ricchezza di Soncino: l’acqua.  L’acqua e stata fonte d’energia e strumento di lavoro per la Comunità locale e per la Filanda Meroni in particolare.  A chi conosca la storia di Soncino non può sfuggire il valore racchiuso sotto la superficie del terreno.  L’utilizzo delle “viscere” della corte interna può riassumere la storia di questa comunità e rilanciare Soncino quale tappa di un moderno percorso ricreativo e culturale: spazi d’accoglienza (sosta e ristoro, attività promozionali, caffetteria, proiezioni e piccoli spettacoli) oltre ad auditorium, esposizioni, promozioni turistiche. Salvaguardare gli edifici del complesso architettonico, nonostante non tutti siano d’eccezionale valore architettonico, significa riaffermare il ruolo simbolico  dell’opificio e preservare, intatta, la straordinaria omogeneità architettonica complessiva del paese. La corte della Filanda è il cuore del vecchio opificio, oltre che il baricentro architettonico tra la stessa e la Rocca Sforzesca. Il cortile accoglie i servizi essenziali al tempo libero ed alla fruizione pubblica.
Accoglienza, ristoro, orientamento, riparo, piccolo commercio d’articoli turistici sono accolti all’interno di una corte sommersa sotto il cortile interno. Alla nuova corte si accede da un’ampia “faglia nel terreno”, in cui si avventura una scalinata annunciata da un “tappeto” pavimentato che arriva ad affacciarsi al fossato della Rocca. La corte ipogea è il luogo d’accesso e connessione tra tutti i reperti (il mulino, la roggia, le caldaie) che ci raccontano la storia della filanda.  Discendere in questo spazio sotterraneo è un omaggio alla memoria collettiva, contemporaneamente permette di attingere alla comunicazione, all’informazione, all’utilizzo colto del tempo libero. Raggiunto il piano di pavimento della corte ipogea si trova sull’alveo della roggia Mormora (-4,00 m.), da qui si accede a molti altri spazi.  La roggia Mormora, lungo  il breve tratto d’attraversamento del foyer e della caffetteria, esce dall’immaginario e si concretizza sotto ad un piano di cristallo pedonale.  La pavimentazione della corte enfatizza “l’avvenimento” vestendo un’immagine cangiante fatta di cemento colorato in pasta, lisciato e disseminato di punti e fasce luminose di fibre ottiche.