RISTRUTTURAZIONE DEL NODO FERROVIARIO, BOLOGNA
1983
progetto segnalato (115 partecipanti)

soggetto promotore
REGIONE EMILIA ROMAGNA, PROVINCIA DI BOLOGNA, COMUNE DI BOLOGNA, FERROVIE DELLO STATO

attività svolte
PROGETTO PRELIMINARE

gruppo di lavoro
archh CARLO e CLAUDIO CASTIGLIONI, MAURIZIO FRATTINI, CLAUDIO NARDI, LICIA DE ROSSI, ALBERTO ZIPOLI, ing PAOLO BESOZZI con NERINA BERETTA, NICOLA CAMARDO, MAURIZIO COLOMBO, MARTINO GASPARINI, PASQUALE GUARINO, TULLIO IERARDI, ROBERTO MARTIGNONI, FERDINANDO MATTEI, MARINO MOZZATO, GRAZIANO PAZZINI, MARINA PETRUZIO, MILENA RAFFAELLI, MARINA TRESCA, ALESSANDRO VOLONTERIO

recensioni
L’architettura 346-347/1984

mostre
Galleria d’Arte Moderna di Bologna 1984; IN/ARCH Roma 1985

Il tema concorsuale comprende la progettazione della nuova stazione ferroviaria  ‘a ponte’ tra gli ambiti urbani contrapposti ai due lati dei binari. Il programma chiede, inoltre, un vero e proprio centro polifunzionale urbano dotato di: un hotel di 200 camere per i ferrovieri, 5 sale cinematografiche, galleria d’arte, bar e ristoranti, spazi commerciali, autosilo, ed altri servizio collettivi.  Di seguito un estratto dalla lettura critica di Giovanni Klaus Koenig ai progetti premiati al concorso (in: l’architettura cronache e storia 347-347): “… si fa sempre più rara l’architettura gestuale come quella di Leonardo Savioli, cioè un’architettura composta mediante dei segni di carattere urbanistico. Ed anche di significato microurbanistico, nel particolare; ma sempre tendenti ad uscire dai confini del semplice oggetto architettonico… Sono molti i progettisti di questo concorso, a sentire la suggestione del parco Navile da un lato e della Montagnola dall’altro, e che perciò hanno posto in diagonale il loro ponte, con angoli variabili da 15 a 45 gradi. Ma per quanti sforzi abbian fatto, il collegamento sud-est/nord-ovest restava più suggerito che realizzato, dato che se si fosse veramente tirato un filo tra i due poli, esso avrebbe tagliato il fascio binari a più di 60 gradi con la perpendicolare, ed il ponte sarebbe stato spropositamente lungo. L’idea di questo progetto è quella di svincolare il ponte-stazione del collegamento pedonale: quest’ultimo, con annessa pista ciclabile, collega  dritto come un fuso sottile la Montagnola col parco del Navile, ed è quindi un gesto forte nel paesaggio urbano. In pratica è un lungo cavalcavia di facile realizzazione, in quanto struttura leggera poco caricata. La vera e propria stazione a ponte, spostata assai ad ovest, vi si attacca perpendicolarmente, con un secondo gesto coerente. Ponte e nastro pedonale costituiscono una X, il cui braccio lungo passa esattamente sul punto della sciagurata esplosione, come a cancellarla: terzo gesto fortissimo, che vale più di cento inutili memorial ….”